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Nel 2006 tre amici di San Marco Argentano rilevano un piccolo vigneto di 1 ettaro a 650 m impiantato a Mantonico da un contadino ormai stanco di lavorarlo perchè troppo difficile: si trova su un pendio ripido e ventilato al confine con il Parco del Pollino. L'anno successivo è la volta di un appezzamento di circa 3 ettari di Magliocco a poca distanza. Dino Briglio, Antonello Canonico (nel frattempo uscito dalla società) ed Emilio Di Cianni provengono da esperienze e formazioni totalmente lontane. Non dispongono di mezzi ma di tanti sogni ed aspettative. All'inizio è l'enologo De Conciliis a guidarli (produttore nel Cilento), ma i ragazzi dell'Acino sognano vini di bevibilità, freschi, leggeri ed eleganti, vini veri, lontani dagli stereotipi che hanno sempre accompagnato questa terra. Soprattutto sognano una viticoltura ed enologia sana e non interventista. La loro storia ci porta a scoprire nel tempo gli uvaggi della tradizione, vini ottenuti da vigneti di quasi 100 anni, spesso impiantati a piede franco, su terreni sabbiosi su roccia arenaria o argilla, dalla grande presenza di ferro, esposti a nord e spazzati da costanti brezze che soffiano a oltre 600 m di altitudine. I loro vini iniziano ad avere successo e cosi impiantano altri 4 ettari da selezione massale dando origine ai vini Chora che provengono dalle vigne più giovani.
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